Janie – Macaron e una tazza di tè vol. 1
di Giulia
Masini
1- Bio
Giulia Masini nasce a Lucca nel 1973. La sua
passione per la scrittura inizia quando è poco più di una ragazzina con la
scrittura di alcuni racconti che custodisce gelosamente fino a quando le viene
voglia di riprenderne in mano alcuni per svilupparli in modo più articolato.
Nel 1997 nasce il suo primo romanzo: L’Orlando Blu, che pubblica in formato
e-book nel luglio del 2015 con StreetLib SelfPublishing e nel dicembre del 2015
in esclusiva su Amazon. Segue poi il secondo romanzo “Il Sigillo dei
Kerrey”, storico ambientato nell’Irlanda della seconda metà dell’800.
Nell’aprile del 2016 pubblica “Come Acqua e Cielo”, primo romanzo contemporaneo
dedicato ai più giovani. Nel Giugno 2016, in esclusiva su Amazon, pubblica un
altro storico “Maybelle Tentazione Proibita”. Nel luglio del 2018 pubblica
Janie - Macaron e una tazza di tè vol. 1.
2 – Genere/periodo storico: Romantico-Storico/età Vittoriana
3 - Grado di sensualità: Basso
4 – Formato:
ebook e cartaceo
5 – Editore:
Autopubblicato
6 – Editing: Antonella Monterisi
7 – Data di pubblicazione: Luglio 2018
8 – Pagine: 242
cartaceo
10 - Link Amazon: ebook clicca qui Cartaceo clicca qui
11 – Trama
Inghilterra 1865.
Janie Hamilton ha appena iniziato la sua Stagione, quando scopre che a breve la madre sposerà Anthony Carter, conte di Rochester, e che si trasferiranno in un paesino sperduto del Kent. Nel giro di due settimane, Janie si ritrova catapultata in un incubo. Lontana da Londra, dalle sue amiche più care e soprattutto lontana dal conte di Orford, il quale sembrava seriamente intenzionato a chiederle la mano. Come se tutto ciò non bastasse, la famiglia Carter si dimostra ben diversa dagli aristocratici a cui lei è abituata. Sono chiassosi, trattano la servitù come parte della famiglia, non sanno cosa sia la discrezione e si prendono confidenze inopportune che la ragazza non riesce a tollerare. Inoltre, l’impatto con i figli del conte non è dei più rosei: Sophia, la maggiore, nutre nei confronti di Janie una profonda avversione; la minore, Anika, la considera già una sorella, e la sua presenza si rivela asfissiante. Ma è con l’unico figlio maschio del conte che Janie ha lo scontro peggiore. Reed Carter è sfacciato, dispettoso e non ha idea di cosa sia il senso del pudore. Inoltre, la irrita di continuo con atteggiamenti provocatori.
Possono due anime così diverse trovare un punto d’incontro? E se il destino allungasse un piede per far loro uno sgambetto?
Janie Hamilton ha appena iniziato la sua Stagione, quando scopre che a breve la madre sposerà Anthony Carter, conte di Rochester, e che si trasferiranno in un paesino sperduto del Kent. Nel giro di due settimane, Janie si ritrova catapultata in un incubo. Lontana da Londra, dalle sue amiche più care e soprattutto lontana dal conte di Orford, il quale sembrava seriamente intenzionato a chiederle la mano. Come se tutto ciò non bastasse, la famiglia Carter si dimostra ben diversa dagli aristocratici a cui lei è abituata. Sono chiassosi, trattano la servitù come parte della famiglia, non sanno cosa sia la discrezione e si prendono confidenze inopportune che la ragazza non riesce a tollerare. Inoltre, l’impatto con i figli del conte non è dei più rosei: Sophia, la maggiore, nutre nei confronti di Janie una profonda avversione; la minore, Anika, la considera già una sorella, e la sua presenza si rivela asfissiante. Ma è con l’unico figlio maschio del conte che Janie ha lo scontro peggiore. Reed Carter è sfacciato, dispettoso e non ha idea di cosa sia il senso del pudore. Inoltre, la irrita di continuo con atteggiamenti provocatori.
Possono due anime così diverse trovare un punto d’incontro? E se il destino allungasse un piede per far loro uno sgambetto?
12 - Estratti
1 –
Janie fece appena in tempo a girarsi supina, poi Reed le piombò addosso. Il
fiato le uscì dai polmoni con un lungo gemito strozzato; subito dopo, un
fragoroso colpo fece vibrare la recinzione e si ritrovò stretta tra le braccia
di Reed. Avrebbe dovuto avere paura, in fondo se il toro fosse riuscito a
rompere la staccionata la protezione che le stava offrendo il giovane non
sarebbe servita a molto. E invece, per quanto assurdo potesse sembrare, si
sentiva al sicuro; come se fra le braccia di Reed niente e nessuno potesse
farle alcun male. Doveva essere veramente sconvolta per fare simili ragionamenti.
Ma allora come mai, nonostante il toro si fosse calmato, ancora non aveva fatto
niente per mettere fine a quell’inappropriato contatto fisico?
–
Potresti toglierti? – s’impose di dire. La voce le uscì debole e strozzata dal
peso che la opprimeva.
Lui
la liberò dalla sua stretta e si sollevò sui gomiti per guardarla. Per un
attimo Janie ebbe l’impressione di leggere nei suoi occhi qualcosa molto simile
alla sorpresa. Non ebbe il tempo di pensarci più di tanto perché il toro tornò
a colpire il recinto. Questa volta Reed non la strinse, ma si limitò a voltarsi
verso l’animale e per un inspiegabile motivo Janie ne fu delusa.
–
Posso sapere cosa ci facevi nel recinto di Honey? – chiese lui tornando a
rivolgerle attenzione. Subito dopo si mosse con il chiaro intendo di liberarla
dal suo peso, ma non lo fece. Invece abbassò gli occhi per guardare un punto
non ben definito al proprio fianco.
Janie
si rese conto che lo stava trattenendo per la camicia solo in quel momento.
Chiedendosi come le fosse venuto in mente di fare una cosa del genere, mollò la
presa. Poi lo fissò, ma un attimo dopo si rese conto di non riuscire a
guardarlo negli occhi e abbassò le palpebre.
–
Stai bene, Janie?
Era
preoccupazione, quella che aveva appena sentito nella sua voce? Beh, aveva chiuso
gli occhi e non gli stava rispondendo, al posto suo si sarebbe preoccupata
anche lei. Così tornò a guardarlo e cercò di comportarsi come sempre. – Come
faccio a saperlo se continui a schiacciarmi a terra in questo modo? E poi, chi
diamine è Honey?
Reed
si spostò da un lato scatenando in lei un fastidioso senso d’abbandono. – Il
nostro simpatico amico – rispose ammiccando verso l’enorme bovino che adesso
stava brucando erba poco lontano da loro.
–
Honey? – Janie sarebbe voluta rimanere seria, lo avrebbe voluto davvero, ma non
riuscì a fare a meno di pensare che un toro come quello non poteva chiamarsi
Honey. Forse Maciste, Rabbia, Belzebù, ma “miele”… Senza riuscire a
impedirselo, scoppiò a ridere come una sciocca. E più tentava di smettere, più
rideva.
– Hai
picchiato la testa, per caso? – le chiese lui, con aria sconcertata.
L’idea
che Reed pensasse che fosse in qualche modo impazzita la fece ridere ancora di
più. – Sto bene – riuscì a dire tra una risata e l’altra.
A un
tratto il giovane si chinò su di lei e la fissò dritto negli occhi; tra i loro
volti solo pochi centimetri. Janie sentì il sorriso spegnersi lentamente e si
ritrovò a chiedersi se erano sempre stati così azzurri, i suoi occhi. Sembrava
serio e concentrato, diverso… e per un momento desiderò che la baciasse. Che
idea assurda! Lei baciare lord Buzzurro? Doveva aver picchiato la testa molto
forte.
2 – La sua bocca la sfiorò appena e tutto
intorno sbiadì: il sole, il lieve vento, perfino il fatto che fossero nudi. Poi
quel tocco si fece più esigente, Reed dischiuse le labbra, la carezzò con la
lingua invitandola a imitarlo e quel bacio si trasformò nella cosa più
eccitante che Janie avesse mai provato. Il cuore le batteva forte nel petto e
il fiato faceva fatica a riempire i polmoni; un bacio, un vero bacio poteva
turbare una persona fino a quel punto? Poteva far scaturire in lei desideri mai
provati e di cui neanche immaginava l’esistenza? Si sentì debole e allo stesso
istante piena di energia, e provò un urgente quanto insensato bisogno di
sentire il calore della sua pelle.
– Nota –
Janie -
Macaron e una tazza di tè è il primo di una serie in cui racconto la vita di
quattro amiche.
La
particolarità di questa collana è che non solo i romanzi sono concatenati tra
loro, ma si svolgono nello stesso lasso di tempo dando origine a degli intrecci
di trama tra l’uno e l’altro romanzo.
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