martedì 18 dicembre 2018

Recensione in anteprima "Cattleya" di Debora C. Tepes.


Oggi vi lascio la mia recensione in anteprima per Cattleya di Debora C. Tepes il seguito di Javier.


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Cattleya, è così che mi chiamava lui, come le orchidee che accarezzavo con dedizione.
Ma i miei petali sono stati brutalmente strappati, lasciandomi spoglia e impaurita.
Lui si è nutrito di me fino all’ultimo respiro, lui mi ha ingannata senza pietà, lui ha implorato il mio perdono.
Sono trascorsi due anni e ora l’immagine riflessa allo specchio è quella di un’altra donna.
Coraggiosa come una leonessa.
Potente come il vento.
Intoccabile come Dio.
Non sono più una fragile orchidea, ora sono una grandiosa Reina. Mi riprenderò ciò che mi spetta, scenderò a patti con il diavolo, mi sporcherò le mani di sangue.
E otterrò la mia vendetta.

Avendo letto il libro di Javier, immaginavo che questa parte fosse una storia forte. Cattleya è una mamma, una donna innamorata, ma ferita nel profondo. Nel suo corpo scorre il sangue di una famiglia malvagia, e dicono che buon sangue non mente, anche se lei non centrava nulla con quel mondo. Ma ha talmente tanto dolore dentro che cerca vendetta su tutti i fronti: per chi le ha tolto le persone che ama e per chi dice di amarla, ma le fa male nel cuore. Diventerà quello che non avrebbe mai voluto essere. L’unica cosa che però continuerò a fare è proteggere sua figlia a tutti i costi, pur soffrendo come non mai, pur continuando ad amare anche quando non dovrebbe.

Javier è combattuto, amareggiato e pentito delle decisioni che ha preso. Lei è la sua ossessione, lei è l’amore della sua vita, ma ha dovuto farlo per proteggere le donne più importanti per lui.  Lotterà con tutto sé stesso per riconquistarla, per trovarla e per fare in modo che non le capiti nulla.

Ma sono consapevole che quando tornerò da solo, tra le quattro mura del mio ufficio, la mia ossessione tornerò più agguerrita di prima per torturarmi senza pietà, facendomi provare un dolore fisico micidiale. Quel tipo di dolore che nemmeno lo  sparo di un kalashnikov può procurarti. È un tipo di dolore che penetra nelle ossa fino a farle ustionare. È un tipo di dolore che lacera la pelle, riducendola in brandelli. È un tipo di dolore che stringe lo stomaco in una morsa. È quel tipo di dolore che solo chi ha perso qualcuno che ama ha la disgrazia di provare.

La storia raccontata sia da Cattleya che da Javier ti fa entrare bene nel cuore di entrambi, comprendere bene il cambiamento che i loro caratteri subiscono col tempo che passa. Javier da uomo forte, invincibile e inattaccabile, rimane come sempre sono esternamente. Visto a fuori è sempre lo stesso Javier, ma dentro sé stesso è fragile, perennemente in crisi perché non sa che fine abbiano le persone a lui caro, non sa se potrà rimediare agli errori fatti. Lei, invece da ragazza fragile e da proteggere, è diventata spietata, crudele e fredda come il ghiaccio, ma dentro di lei, Cattleya brucia per amore, bolle per la rabbia e l’unica cosa che le scalda il cuore è la sua piccola Camila.


Rimugino sulla mia vita che sta andando in frantumi e mi rendo conto che l’unico artefice sono io. Io ho rovinato ogni fottuta cosa. E merito questo inferno, merito che le fiamme ardenti mi avvolgano e mi riducano in polvere. Merito di soffrire come ha sofferto lei. Merito questo stato di abbandono che mi pervade dentro, lo stesso che ha provato lei.
Un libro scritto da Debora col suo solito stile: duro e forte, ma con una storia d’amore immensa di fondo che ti conquista fin dalle prime pagine. L’amore di Cattleya e Javeir non è semplice e romantico come siamo abituate a leggere in questo periodo. È un amore tormentato, una vita piena di ostacoli da superare, di problemi da risolvere, di conflitti interiori da vincere. Un linguaggio a volte duro, a volte scene forti, ma anche parole dette in momenti terribili che rendono un momento di paura in una dichiarazione d’amore romantica e sofferta sono la cornice di questo quadro che raffigura l’orchidea preferita dei due protagonisti.

Vorrei amarla. Vorrei amarla come non ho mai fatto. Vorrei amarla come merita.

Alla fine il tempo passa e ti ritrovi all’epilogo senza nemmeno esserti resa conto del tempo che è passato, dei fiumi di parole che sono scorsi, dei capitoli divorati pur di arrivare alla fine e scoprire come si completerà il puzzle, come le vendette saranno compiute e soprattutto se trionferà l’amore o solo l’odio e il male. Tra lacrime e ansia è una storia al cardiopalma che ti tiene incollato dalla prima all’ultima pagina.
Non posso che assegnare 5 stelle alla degna conclusione della storia di Javier e Cattleya.

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