Sinossi:
Hasani era un clandestino, senzatetto, invisibile. Fino a un giorno di pioggia, quando Valerio gli ha offerto un ombrello per ripararsi.
“Io non sono ciò che ho sofferto; sono anche le mie vittorie, tutto quello a cui sono sopravvissuto.”
Hasani è un clandestino che porta sulla schiena le cicatrici del suo passato.
Nella pioggia sente il legame con l’energia di ogni cosa. Gli ombrelli, capolavori che realizza con un pizzico di magia africana, sono il modo in cui racconta l'animo della persona ai quali sono destinati.
«Io sto bene, Valerio. Smettila di preoccuparti per me.»
Ma ci sono casi in cui la pietà è solo una forma di amore. Hasani riuscirà ad accettarlo?
«Non so perché sento certe cose. Non lo voglio, ma…»
«Ma non puoi combatterlo. E non puoi curarlo; puoi solo accettarlo.»
Valerio non è ancora rassegnato a essere un ragazzo anomalo, ma l’amicizia con un un “invisibile” gli apre gli occhi. Affascinato dal modo in cui Hasani incarna talento e combattività, inizia a chiedersi se la normalità non sia solo un insieme di molti diversi.
Con la sua dolcezza, Valerio proverà a insinuarsi, uno strato alla volta, sotto alla corazza fiera del giovane dalla pelle color caffè. Una richiesta di accettazione che non potrà essere ignorata.
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