Iniziamo con la sinossi:
Edimburgo, Scozia, ottobre 1561: un giovane parroco viene
convocato al carcere di Greyfriars per offrire l’estrema unzione a una
detenuta, poco prima dell’esecuzione della condanna a morte fissata per la
mattina seguente. La donna, ormai fuori di sé dal dolore, accetta di raccontare
al confessore la sua vita e l’origine della colpa che l’ha condotta in quella
sudicia cella.
Contea
di Dunvegan, febbraio 1560: Eithne ha diciassette anni, è l’unica figlia del
laird del clan MacLeod e sulle sue spalle pesano grandi aspettative, anche se
lei non sembra esserne del tutto consapevole. Il suo destino è di andare in
sposa a un ricco highlander scelto dal padre, ma a ostacolare questa unione c’è
il legame con Alastair, lo stalliere del castello, suo compagno di giochi sin
dall’infanzia.
Una straordinaria catena di eventi porta Eithne a prendere in fretta decisioni che segnano il destino del suo clan e di tutta la Scozia: la zia, Lady Maighread Douglas, la coinvolge in un complotto ai danni dei nobili cattolici del regno, in un periodo drammatico che minaccia di sfociare in una guerra civile. Eithne deve quindi scegliere se salvare se stessa e l’uomo che ama, oppure il destino del clan MacLeod. I due giovani innamorati, costretti dalle circostanze, organizzano una fuga per scampare alla vendetta di Erinna, la madre di Eithne. Ma cosa sono disposti a sacrificare per restare insieme?
Una straordinaria catena di eventi porta Eithne a prendere in fretta decisioni che segnano il destino del suo clan e di tutta la Scozia: la zia, Lady Maighread Douglas, la coinvolge in un complotto ai danni dei nobili cattolici del regno, in un periodo drammatico che minaccia di sfociare in una guerra civile. Eithne deve quindi scegliere se salvare se stessa e l’uomo che ama, oppure il destino del clan MacLeod. I due giovani innamorati, costretti dalle circostanze, organizzano una fuga per scampare alla vendetta di Erinna, la madre di Eithne. Ma cosa sono disposti a sacrificare per restare insieme?
La sposa promessa
è un grande romanzo di amore,
avventura e intrighi al tempo di Mary Stewart ed Elisabetta I Tudor: conflitti
religiosi, lotte fratricide e sete di potere si mescolano al più genuino e
innocente desiderio di libertà.
Eccovi l'estratto!
«Chi
va là?» chiese una voce maschile assonnata. «Se sei tu, Murdoc, ti riduco in
salsicce per la dispensa del castello!».
All’improvviso
Eithne perse tutto il coraggio accumulato e si pentì della decisione presa. Ma
ormai era troppo tardi per tornare indietro.
Alastair
stava seduto sul letto, mezzo svestito, con indosso solo una camicia bianca
sgualcita e dei calzoni. Aveva in mano un ballock e aspettava in posizione di
difesa, come un guerriero pronto ad attaccare. La stanza era più piccola e più
sporca di quanto Eithne ricordasse. C’era solo un letto improvvisato e un
tavolino con sopra una candela spenta. Il kilt era ammassato su una sedia di
legno ai piedi del letto. Eithne sentì qualcosa di simile alla pena, ma non
l’avrebbe mai ammesso ad alta voce.
«Sono io, Eithne. Scusa se ti ho svegliato».
«Che
ci fai qui?» chiese, sospirando e riponendo il coltello al sicuro. Poi si alzò
dal letto e fece un passo nella sua direzione, cercando di allacciarsi la
camicia.
«Volevo parlarti, ma forse ho scelto il momento
sbagliato. Vado via...».
«No,
aspetta. Non importa. Entra» parlò con un tono di voce molto più sommesso
dell’ultima volta. Con una dolcezza che lei non avvertiva da tempo nelle sue
parole. Sollevata da questo atteggiamento entrò nella stanza.
«Sei appena tornata dalla festa, immagino».
«Aye».
«Ti sei... divertita?».
«Per
niente» fece un altro passo avanti. «Volevo... volevo solo ringraziarti per il
pettine. Sei stato tu, non è vero? L’altra volta in paese non ho avuto modo di
chiedertelo».
Alastair si limitò a sorriderle: «Perdonami,
non so dove farti accomodare... c’è solo il letto libero».
«Andrà benissimo, non preoccuparti».
Eithne poggiò la candela sul tavolo e si
sedette sul bordo del letto, accanto a lui.
«Era di mia madre».
«Cosa?».
«Il
pettine. Era di mia madre. Mi sono sentito in colpa per come ti ho trattata
quel giorno alle scuderie e non ho avuto il coraggio di dartelo di persona».
In
realtà, Alastair aveva combattuto l’impulso di andare a farle visita già la
sera stessa del loro piccolo litigio. E anche dopo lo scontro con Murdoc. Aveva
addirittura spaccato con l’ascia una serie di assi di legno per costringersi a
non correrle dietro! E il giorno del compleanno di lei si era sentito in colpa.
Avevano sempre trovato un modo originale di festeggiarlo assieme sin
dall’infanzia e gli era parso ingiusto, quel giorno, non far nulla per renderla
felice. Così, le aveva regalato la cosa più preziosa
che aveva. Sperando che lei capisse, che apprezzasse. Pregava che lei tornasse
a essergli indifferente, ma quando quegli uomini in paese avevano minacciato di
farle del male non aveva potuto trattenersi.
«Grazie,
è molto bello. Anch’io ho un piccolo regalo per te» disse, e gli porse un
cardo, preso al ballo. «Sei stato tu a raccontarmi la storia di questo fiore,
ricordi?».
Certo che ricordava.
Quand’erano
piccoli, Alastair le aveva narrato la leggenda del cardo protettore, la storia
di come una pianta tanto semplice, con le sue foglie acuminate e il fiore
viola, fosse diventata il simbolo di tutta la Scozia. Era l’anno mille o giù di
lì quando una divisione di guerrieri scozzesi stava per essere attaccata nel
cuore della notte dall’esercito di re Haakon di Norvegia. Uno dei vichinghi,
però, calpestò per sbaglio un cardo selvatico. Le urla svegliarono gli scozzesi
che poterono così organizzare un contrattacco.
«Allora... pace fatta?».
Alastair le sorrise e prese in mano il fiore,
cacciando indietro le lacrime.
«Non
riesco a starti lontano, lo sai. Ma pensavo davvero quello che ho detto. Saremo
amici ancora, te lo prometto. Ma solo più... a distanza».
«Nessuno pensa male di noi. Sono solo tue
fantasie».
«Ah, sì? E allora perché sei nel mio letto, e
di notte per giunta?».
Ornella De
Luca è nata a Messina il 26 Maggio 1991. Si è diplomata al liceo classico ed è
laureata in "Teorie e tecniche della comunicazione giornalistica e
dell'editoria" con il massimo dei voti. Nel 2013 ha seguito un corso di scrittura
creativa ed editoria presso l'associazione "Terremoti di carta", con
insegnanti come Stas' Gawronki (Giornalista Rai), l'autore Guglielmo Pispisa e
Luigi Grisolia (direttore editoriale della casa editrice Pungitopo). I suoi
romanzi finora pubblicati sono: La
consistenza del bianco (Onirica Edizioni, 2015), Il sacrificio degli occhi (Onirica Edizioni, 2016), I colori del vetro (Rizzoli, 2017), Adesso apri gli occhi (Self publishing,
2017) e L'ultima lanterna della notte
(Self publishing, 2018). Ha vinto anche diversi concorsi tra cui nel 2015
"Parolexdirlo", organizzato da Scrivo.me e Donna Moderna, con il racconto
Caro giorno che vorrei, pubblicato in
un'antologia scaricabile gratuitamente online. Gestisce il suo blog
(ornelladelucabooks.wordpress.com) e il proprio canale You Tube, collaborando
con diverse case editrici come Newton Compton, De Agostini, Frassinelli e
Piemme. Scrive inoltre per il sito '900letterario e per il blog di Linda
Bertasi come recensore. Lavora come editor e ghostwriter freelance sin dalla
laurea.
Se vi fa piacere andate a vedere anche le altre tappe del Blog tour e scoprirete altri dettagli di questo libro!
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