domenica 22 aprile 2018

In the line of duty di Mya McKenzye Redemption Series #3


Per completare questa giornata vi racconto il terzo capitolo della Redemption Series di Mya McKenzye “In the line of duty”.
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La vita non è stata generosa con Jack Wade.
Costretto a contare soltanto sulle proprie forze per sopravvivere alla strada, è cresciuto senza affetti, senza una guida, senza sapere cosa significasse amare.
La prima volta che ha aperto il proprio cuore a qualcuno si è ritrovato spiazzato, ferito, di nuovo solo. Ma, invece di piangersi addosso, ha imparato dai propri errori, ha tentato di riallacciare rapporti, ha provato a riscattarsi da tutti gli sbagli commessi. 
Però la vita è una gran bastarda, a volte.

E la sua non gli ha di certo teso la mano, non gli ha reso le cose più semplici. Al contrario, l’ha portato a incrociare la strada di una potente organizzazione criminale, a scontrarsi con una famiglia spietata che l’ha privato degli affetti più cari.
Ma Jack non ha mollato. Ha combattuto con tutte le forze per riconquistare e proteggere l'unica persona che abbia dato un senso alla sua esistenza. 
Ma la vita è ingiusta e non fa sconti, tantomeno la sua.
Ancora una volta l'ha messo di fronte a un ostacolo immenso, smisurato, il più difficile che abbia mai dovuto affrontare.
Perciò ora Jack si trova a un bivio: può piegarsi a quella sorte avversa che sembra essersi accanita contro di lui o tentare di pareggiare i conti con coloro che l’hanno messo in ginocchio e prendersi quella rivincita che insegue fin dall’istante in cui è venuto al mondo.

Come al solito cerco di non raccontarvi troppo della trama perché perdereste tutto il bello che c’è nel leggere il libro, ma vi racconto le mie sensazioni, i miei pensieri e quello che mi hanno trasmesso e che ho capito dei personaggi.

In questo capitolo conclusivo troviamo Jack stravolto, solo, caduto in un baratro che non riesce a superare. Non riesce a reagire a quanto è accaduto nel finale del volume precedente. È distrutto sia fisicamente che moralmente, non riesce ad accettare di aver perso la persona più importante della sua vita, non riesce a non sentirsi in colpa per quanto successo, a non rimuginare sui se e sui ma che affollano la sua mente. È difficile capire fino in fondo quello che prova, ma l’autrice è stata molto brava a spiegarlo, le sue parole sono state fondamentali per comprendere tutta la storia, il corso degli eventi.
In queste pagine sono riuscita a collegare tutti i punti, sono rimasta col fiato sospeso dall’inizio alla fine, col magone per buona parte della lettura. Il mistero si infittisce ci sono tantissimi colpi di scena, ogni pagina svela un piccolo segreto da collegare al precedente e a quello che si scoprirà nel capitolo successivo. Un intreccio intrigante. L’angoscia di Jack mi ha colpito molto, tanto che se da un lato non vedevo l’ora di finire di leggerlo, dall’altra non volevo continuare la lettura perché mi risultava difficile lasciarlo andare. Una cosa che non mi era mai successa prima di questa trilogia.

Un amore come quello che legava Jack e Gwen è difficile da gestire, ma altrettanto difficile è accettare le cose come sono andate. Tutti i tasselli vanno al loro posto solo nelle ultime pagine, scopriremo personaggi diversi da come erano fino ad un momento prima, ruoli che si invertono, realtà che si trasformano che cambiano tutte le idee che mi ero fatta fino a quel momento.

Le parole di Reed mi arrivano dritte allo stomaco. Colpiscono forte, mettendomi ko. La portata di questa notizia è devastante. È come uno tsunami: mi svuota di ogni emozione e, un secondo più tardi, le riporta tutte insieme in un’onda di proporzioni gigantesche, che si abbatte sulle pareti del mio cuore facendolo sanguinare. La mente vacilla, la mano trema. Lascio andare la pistola, porto le mani al ventre per cercare di contenere la devastazione che incombe dentro di me. Non riesco a restare in piedi, cado a terra, in ginocchio. Mi aggrappo a Tyler, appoggio al testa sul suo petto e lascio defluire ogni cosa. È un pianto inconsulto, che mi scuote nel profondo, che fa traballare i pilastri della mia esistenza ma che, allo stesso tempo, mi dà un sollievo enorme. Resto lì, inerme, troppo esausto per poter fare altro.

Devo dire che l’autrice mi ha stregata. È stata brava a scrivere dal punto di vista maschile, Jack è uno tosto e le sue parole sono riuscite a farlo trasparire in tutte le sue sfaccettature. Sono riuscita a cogliere piccoli indizi lasciati qua e là ma è stato difficile mantenere la versione. Alla fine ho dovuto ammettere che sono rimasta sorpresa per come si sono concluse le cose. Tante domande frullavano la mia mente fino alla metà del libro: Jack troverà pace? Riuscirà a superare tutto quello che il destino ha programmato per lui? Riuscirà ad avere vendetta? Ma soprattutto riuscirà ad essere felice? Tutte le risposte le avrete una volta letta l’ultima parola prima della fine.

Complimenti a Mya, aspetto di leggere altro di questa autrice talentuosa. Non posso che lasciare 5 stelle alla conclusione stupefacente della storia di Jack che mi rimarrà in un angolino del cuore.

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