domenica 14 gennaio 2018

Vieni via con me Marianna Vidal

Oggi giornata dedicata alla serie Latinos di Marianna Vidal. Inizio col primo  volume della serie “Vieni via con me”.

Per Giulia, l'amore ha il volto ed il nome di Enzo, il suo fidanzato storico, ma quando lui la lascia per sposare la sua migliore amica, lei incontra Aaron Richardson, un ricco ed avvenente imprenditore britannico che, cambiandole la vita, le permette di incontrare l'amore vero.
Per Clark, Aaron è un nome che fa ribollire il sangue nelle vene ed ha sempre pensato che il rifiuto fosse il prezzo da fargli pagare per la sofferenza subita, ma l'ostinazione di suo padre gli insegnerà che il perdono passa attraverso l'amore. 
Due esistenze lontane si incontrano e si innamorano grazie alla determinazione di un uomo deciso a pareggiare i conti con la vita.
Un'immensa eredità, una lettera e un futuro da costruire guideranno i nostri protagonisti in un viaggio tra l'Italia, l'Inghilterra e il Messico alla scoperta del vero amore.

Giulia è una ragazza semplice che vive nell’isola di Ischia. Non si sarebbe mai immaginata che la sua vita prendesse la strada che poi ha percorso sposando Aaron e incontrando poi Clark.
Clark è un ragazzo con tanta rabbia dentro, che si rifiuta di incontrare il suo padre biologico, non ne vuole proprio sapere e deciderà di stilare a tavolino tutte le sue mosse, per poter mettere i bastoni tra le ruote nella vita di Giulia.
Una storia originale, coinvolgente, con tanti tasselli da collocare nella giusta posizione. Bisogna arrivare fino alle ultime pagine per capire tutto quello che Aaron Richardson aveva in serbo per Giulia.
Un libro che mi ha appassionato, come mi ha preso tutta la serie Latino devo dire.
Marianna è stata davvero brava nel riuscire a coinvolgermi e a sconvolgermi con le sue parole. Un susseguirsi di emozioni, dalla rabbia al dolore, dalla dolcezza al romanticismo e non manca il batticuore che oramai sapete cerco sempre nelle mie letture.

Clark sospirò, rassegnato, tirando fuori dal taschino della giacca un accendino. Gli piaceva osservare suo padre nel suo rituale: teneva la fiamma alla punta, attraverso il piede, senza toccarla e ruotava il sigaro un paio di volte per riscaldarlo in modo uniforme. Lo girò verso di sé e soffiò leggermente sul piede. Le parti accese si illuminarono di una calda luce arancione. Si portò il sigaro in bocca e lo aspirò, trattenendo il fumo per alcuni secondi, prima di buttarlo fuori, senza inalarlo. Gli diceva sempre che il fumo andava assaporato, mai inalato. Infine, tornò a lui, scrutandolo con i suoi occhi di brace. «Vuoi sapere, perché ho cambiato idea?», gli chiese, rilassandosi nella poltrona. «Perché per la prima volta in vita tua sei innamorato e forse non te ne sei neppure reso conto e per quel poco che l'ho trattata, penso che sia una brava ragazza. Quella volpe di tuo padre ha fiutato l'affare e l'ha sposata. Era giovane, bella, intelligente e terribilmente ingenua. È stato facile farla capitolare. Era malato e si è afferrato alla vita. Gli ha lasciato buona parte del suo patrimonio, ma ha vissuto gli ultimi anni della sua esistenza circondato dall'affetto di una persona che gli voleva bene e che, nonostante tutto, lo ricorderà sempre con affetto». Si avvicinò un posacenere,  sorridendo pigramente al figlio che lo guardava scuro in viso. «So che tra te e la vedova c'è stato più di qualche effusione e non è stato Luis a dirmelo», lo prevenne, piegando le labbra in un sorriso. «Quella donna è trasparente», osservò, esalando una boccata di fumo. «È pulita, Clark, e se sei furbo, almeno la metà di Aaron, metti da parte l'orgoglio. Corteggiarla come si deve e portala all'altare, dimenticando il rancore per quell'uomo che ti ha generato, se non vuoi perdere un'occasione importante per essere felice». «Forse hai ragione. Aaron Richardson era più sveglio di me e ha studiato a tavolino come vivere l'ultima parte della sua vita, ma non gli permetterò di decidere anche del mio futuro», scosse il capo. «Rinuncio all'eredità». «E questa follia?». Enrique Maria si liberò dal sigaro, incenerendolo con lo sguardo. «Hai ragione. È pulita. Ne sono convinto anch'io ed è innamorata di Aaron. Lo venera e mi vede come un sostituto con cui smorzare l'assenza di quell'uomo. Non lo tollero. Mi sento un burattino che recita un copione già scritto e non permetterò a Richardson di usarmi come suo sostituto». «E chi dice che tu debba assecondare le volontà di quell'uomo?», si sporse in avanti, poggiando una mano sulla spalla del figlio. «Lo dici per Julia? Ti piace e non sopporti che tuo padre abbia previsto questa cosa?». «Lo dico per tutto». Si alzò, sbottonandosi il colletto della camicia, allentando la cravatta. «Ho scoperto di essere molto simile a quell'uomo. Ne condivido gusti, modi di essere e anche di pensare», sbottò. Si avvicinò alla finestra. La luna era giunta alla sua massima espansione e li scrutava dal cielo nero, luminosa ed intensa. «Standogli lontano mi sentivo libero, padrone di me stesso e anche senza radici, ma ora scopro che era solo un'illusione. Sono una copia sbiadita del grande Aaron Richardson».

Una bellissima storia d’amore, dove chi crede di non essere più in grado di innamorarsi si ritrova perso per l’ultima persona per la quale dovrebbe perdere la testa, e chi non sa cosa significa cos’è l’amore si ritrova a combattere per i sentimenti contrastanti che il proprio cuore prova.
Giulia riuscirà a fare pace con se stessa, con quello che sente, e con l’uomo che è diventato la sua ragione di vita?
Clark riuscirà a decidere se dare retta al cuore oppure alla ragione? Se accettare la figura di Aaron Richardson per quello che è stato e continuare la propria vita accanto alla propria anima gemella?

Un finale mozzafiato, emozionante, dove tutti i tasselli trovano posto e il quadro si completa.

Grazie cara Marianna, l’inizio di questa serie è strepitoso e assegno alla storia di Clark e Giulia 5 stelle.

1 commento:

  1. Grazie mille! Hai capito fino in fondo il senso del mio romanzo e sono felice che ti sia piaciuto!

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