mercoledì 10 ottobre 2018

10 Racconti per 10 Blog dalla parte del cuore un'iniziativa di Valentina G. Bazzani

Oggi partecipo con la mia tappa all'iniziativa di Valentina G. Bazzani "10 racconti per 10 Blog Dalla parte del cuore"


Si tratta di un’iniziativa a scopo promozionale ideata da Valentina G. Bazzani in collaborazione con Cristina Pace. 
A ciascun blog verrà affidato un racconto diverso sul tema dell’amore da pubblicare a distanza di una settimana l'uno dall'altro (secondo un calendario), da agosto a gennaio.


Eccovi il racconto di questa settimana.




Ripicca d’amore

La porta si riuchiede alle nostre spalle.
«Ne sei sicuro?».
Io non le rispondo, vado alla finestra e chiudo le imposte. Voglio che che la stanza sia buia.
«Guarda che non dobbiamo per forza…».
Mi avvicino con tenerezza cercando di nascondere il mio turbamento. «Lo so… ma non è quello che vuoi?». Le mie dita scivolano sulla sua guancia.
«Sì, ma…». 
«E allora vieni qui».
Mi siedo sul letto e l’accolgo fra le mie braccia come un cucciolo. Trema, è combattuta. Sa che Genna, la sua migliore amica, è ancora viva nella mia mente. Come io so che una piccola parte di lei pensa ancora al suo ex ragazzo. Ma ho imparato in questi mesi che il sesso per ripicca può essere molto piacevole. La faccio scendere dalle mie ginocchia e mi porto sopra di lei.
«Rilassati», le sussurro a pochi millemetri dalle labbra. Mi accarezza il petto, indecisa.
«Edo, io non so se è il caso».
Mi blocco per un istante, pronto ad aggirare le sue riserve. «Abbiamo un patto, no? Tu sai di cosa ho bisogno io e io cosa piace te». Le mordicchio il lobo. Un brivido la scuote. Sorride, ma non è ancora sicura. Quei grandi occhi castani mi fissano implorandomi di dire qualcosa, quasiasi cosa, possa cambiare la situazione. E dio sa quanto lo vorrei. Ma non ci riesco. Continuo a pensare a Genna.
Si raddrizza e porta una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Non sono stata sincera». No ti prego, non dirlo. «Per me non è mai stato solo sesso. Mi piacevi anche da prima. Quando ho saputo di Genna e Filippo io…». Deglutisce, so esattamente a che cosa sta pensando. «Tu mi piaci, da parecchio. Quando mi hai proposto di vederci qua, ho sperato che magari un giorno l’avresti dimenticata…»
«Ci ho provato, davvero».
«Lo so. Non voglio obbligarti a scegliere. Ma…» Non termina la frase, si alza e prende la camicetta.
«E allora non farlo. Resta. Parliamo», le prendo la mano. Non so neanche perché la sto trattenendo, ma ho bisogno di lei. Non voglio restare da solo. Mi guarda negli occhi.
«Sai cos’è la cosa peggiore? Che se non ti avesse tradito proprio con Filippo, non saresti mai venuto da me». Prende la borsa ed esce dal mio appartamento.
La solitudine inizia subito a dilaniarmi. Penso a Genna, a quello che mi ha fatto, a quanto vorrei cancellare i tre mesi appena trascorsi. Mi alzo per prendere un’altra birra, l’unica alternativa alle attenzioni di Veronica, quando suona il campanello. Apro e per poco non mi sfugge la birra di mano.
«Gen…». Ha i capelli sciolti lungo le spalle e disordinati, due macchie di mascara sottogli occhi, gonfi che arrossati. «Che succede?».
Scoppia in lacrime e mi abbraccia con impeto. La stringo, perché non so che altro fare, ma questo mi provoca una sensazione strana.
«Filippo… mi ha lasciato!». Perfetto, era passato subito a un'altra, lo stronzo. Quanto avrei voluto spaccargli la faccia.
«E Veronica lo sa?», le chiedo senza pensare.
«Perché dovrebbe importarmene?».
Magari perché era la tua migliore amica, prima che le rubassi il fidanzato. Ma non lo dico, perché finalmente lei è qui e posso stringerla a me. Anche se non immaginavo così questo momento, con un bacio umido che sa di mascara. Mi chiedo come stia Veronica. Magari si sente sola, senza un punto di riferimento, proprio come me tre mesi fa. Genna vede la birra posata sul mobile dell’ingresso e ne beve un sorso. «Andiamo di là?». Ora sorride, mi rivuole. Lo capisco dal suo sguardo malizioso ma capisco anche che è solo una ripicca. Vuole fare ingelosire Filippo. L’ho pensata così tanto, che accetterei anche. Ma poi ripenso a quello che mi ha detto Veronica, per lei il nostro non era solo sesso, mi ha dato tutta se stessa, ha curato le mie ferite anche se sapeva le avrei fatto del male.
«No, grazie». Prendo la giaccia e senza aggiungere altro scendo in strada. Provo a chiamarla, ma non rispode. Quindi decido di andare a casa sua, ma mi rendo conto che non so dove abita. Ci siamo visti sempre solo e casa mia. Potrei salire e chiederlo a Genna, ma sicuramente sarà in balia di una delle sue crisi isterica. C’è una sola altenativa.
Quando suono al citofono sono quasi sicuro che Filippo non mi aprirà, invece mi fa salire.
«Che ci fai qui?».
È in accappatoio, al suo fianco una biondina, la sua nuova fiamma. «Mi serve l’indirizzo di Veronica».
«La mia ex? Perché?»
«Perché è fantastica e tu sei un idiota a non apprezzarla». Mi guarda accigliato, forse in circostanze diverse non me l’avrebbe fatta passare liscia ma questa volta scoppia a ridere.
«Così ti sei innamorato di lei, eh?», sembra che la cosa lo diverta. Mi scrive l’indirizzo su un pezzo di carta. «Però sbrigati. Le hanno offerto una promozione e sta partendo».
Quando arrivo le imposte sono chiuse e non so quale sia la sua macchina. Non convinto però mi attacco al campanello e inizio a chiamare a gran voce il suo nome. Passano alcuni minuti senza che risponda nessuno, una finestra si apre e sento la parole di Laura non c’è, la canzone di Nek che era diventata un po’ la nostra colonna sonora. Quando si affaccia al balcone decido quindi di parafrasare il testo della canzone: «Genna non c’è, è andata via. Genna non è più cosa mia…» Lei scoppia a ridere. «Da solo non mi basto, stai con me..», continuo.
«Che ci fai qui?».
«Volevo sapere se stai bene. Ho saputo che…»
«Genna è venuta da te, vero? Lo immaginavo».
Non so come recuperare. Così mi affido di nuovo alle parole di Nek: «Solo è strano che al suo posto ci sei te… ci sei te», inizio a cantare.
«Edo, io…».

«Solo tu sei la mia coscienza». Le mostro il mazzo di rose che che avevo nascosto dietro la schiena. «Posso salire?» 

Se volete leggere gli altri racconti vi lascio i link dei blog che mi hanno preceduto.

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