Oggi vi parlo del libro di Lucilla Celso che si intitola “Dopo
il buio ancora una speranza”.
È la storia di Giulia, giovane donna che è stata vittima di
una violenza sessuale e che fatica a riprendersi, si era chiusa in se stessa
buttandosi a capofitto sul lavoro per non pensare a quello che le è successo.
Un giorno la sua migliore amica la costringe a riprendere in mano la sua vita, iniziando
col frequentare un corso di arti marziali per poter imparare a difendersi,
punto di partenza per la sua ripresa. Così Giulia consce il suo Istruttore
Alessandro, che comprende il suo bisogno di imparare a gestire le situazioni
difficili e la sprona ad aumentare gli allenamenti per poterla aiutare di più.
Riuscirà Giulia a risalire dal buco nero dove è caduta e a ritrovare la luce?
È una storia molto forte: parlare di come una donna reagisce
o si sente dopo aver subito una violenza sessuale non è facile. È facile cadere nelle banalità e non far
trapelare i veri sentimenti e tormenti che affligge una vittima come Giulia. L’autrice
è stata molto brava: Giulia si è via via resa forte e sicura di sé , ma nei
momenti più impensabili, gli attacchi di panico o la sensazione di rivivere
quella notte ritornano senza chiedere il permesso, mettendo in crisi le
sicurezze acquisite; in fondo è una donna forte che non si fa schiacciare da
quello che le è accaduto. Alessandro è l’uomo giusto al momento giusto. È stato
in grado di capire subito come rapportarsi con Giulia e ad instaurare un
rapporto che va oltre il solo istruttore-allieva.
Mi ha fatto provare tante emozioni anche contrastanti:
rabbia, felicità, e poi ancora rabbia e poi serenità quando tutto è andato
apposto nel migliore dei modi.
Uno dei passi più significativi di questo libro è questo e
mi ha colpito:
“Camminava lentamente su e giù per il tatami, cercava di calmarsi e di
respirare, avrebbe voluto trovare un modo per cacciare i suoi incubi, aveva
paura, quella paura che non si lasciava alle spalle e che la perseguitava.
Cominciava a capire cosa aveva in mente Alessandro, e sapeva che lì dentro
stava combattendo una battaglia che non doveva perdere, ma era consapevole di
non avere ancora la forza, la capacità, l’equilibrio necessario per vincere. Non
avrebbe mollato, nonostante l’angoscia le serrasse la gola, nonostante le mancasse
l’aria, era ancora lì sul tatami e non era scappata.”
Bisogna essere forti o lavorare duro per tornare a esserlo,
per imparare a esserlo, quando ci capita qualcosa di brutto che ci fa cadere
dentro il buio: perché dopo il buio ci si può rialzare e andare
verso la luce.
Ringrazio Lucilla per questa storia toccante e assegno 4
stelle.
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