Autore:
Federica Leva, Faith L. Bell
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Lunghezza
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da: Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua:
Italiano
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Genere:
romance contemporaneo con parti hot
Si odiavano ancora prima di
conoscersi.
Si ameranno come non avranno mai
immaginato
SINOSSI
Trixie
Montrose non immagina che in campagna possa trovare più guai di quelli che ha
appena lasciato, a New York. Non appena arriva al cottage della zia, viene
scambiata per una… intrattenitrice piuttosto particolare… e molto rumorosa. E
questo è solo il primo di vari equivoci che renderanno il suo soggiorno ben
diverso da come lo aveva immaginato. Ma ancora non può sapere quanto Ethan
Hunter, il suo vicino, sia arrogante e complicato, oltre a essere un depravato
che ha solo voglia di metterla in imbarazzo davanti a tutti.
O,
almeno, così sembra.
Tra
litigi, riappacificazioni e intensi momenti hot vivrete una scoppiettante
storia d'amore che vi farà divertire, a volte arrabbiare e magari, perché no,
anche versare una lacrimuccia di commozione.
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UN ESTRATTO
«Chi
ti ha autorizzato a venire quassù?»
La
sua voce era una sferzata, simile a una canna di bambù che scudisciava l'aria.
Anche se non mi aveva ancora aggredito, non avrei dovuto abbassare la guardia;
ma non avrei dovuto mostrarmi nemmeno troppo spaventata.
«Questo
è un posto pubblico» reagii, e subito mi pentii della mia intraprendenza. I
suoi occhi mi fulminarono, trapassando la verde oscurità della selva, e ancora
una volta mi mancò il fiato.
«Questo
bosco appartiene alla mia famiglia!» ringhiò.
Allora
era quello il problema? Non mi aveva rubato i vestiti per violentarmi, ma per
punirmi di essere entrata in quella che credeva essere la sua proprietà?
«Si
sbaglia» insistetti, ritrovando un po' di audacia. «La pineta, qui sotto, è di
mia zia. Non ho violato proprio niente, Mr. Hunter!»
«Ah,
no?»
Tremai,
ma mi costrinsi a restare impassibile.
«Certamente
no. Non sarei mai venuta qui, in caso contrario.»
Sentii
il sangue riscaldarmi il viso e trassi un profondo respiro. Con quel gesto,
spinsi in fuori i seni, e i suoi occhi scattarono verso il basso per la prima
volta. Mi coprii meglio con un braccio, infastidita. «È per questo che mi ha
rubato i vestiti?»
"Per
dispetto, come fanno i bambini?"
Sorrise.
«Per
quale altro motivo avrei dovuto farlo, secondo te? Non per ammirare le tue
grazie, mi dispiace dirlo. Sei passabile, ma sono abituato a ben altro, io…»
Non
ne dubitavo. Non avevo dimenticato tutto il casino di quella notte, e nemmeno
le accuse di quella vecchietta detestabile… ma, inaspettatamente, le sue parole
mi ferirono. Gettai indietro i lunghi capelli bagnati, e indossai la mia
espressione sicura.
«Allora,
visto che non la soddisfo, abbia la compiacenza di lasciarmi rivestire.»
Il
suo sguardo mi percorse tutta, lentamente, con crudele spietatezza, fino ai
piedi. Avvampai, e pregai che i rami e i cespugli mi avessero coperto a
sufficienza da negargli le mie "grazie".
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