venerdì 23 ottobre 2020

USCITE WORD EDIZIONI

 

Beyond the Veil

Margherita Maria Messina

  


 

TITOLO: Beyond the Veil

AUTORE: Margherita Maria Messina

EDITORE: Words Edizioni

GENERE: Fantasy Romance

FORMATO: Ebook (2,99 – 0,99 nel giorno d’uscita) - Cartaceo (15,90)

 

DISPONIBILE SU AMAZON E IN TUTTE LE LIBRERIE

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La verità è oltre il velo.

 

TRAMA

Ognuno di loro custodisce storie e vite, piccola mia. Devi sempre osservarli con estrema attenzione. Nascondono, a volte, anche pericolosi segreti, che forse è meglio rimangano tali.” Con queste parole custodite nell’anima, Emma Valenti, giovane laureata in Conservazione e Restauro, approda tra le mura del più antico monastero nel cuore della Foresta Nera. Ancora scossa per la perdita dei genitori, periti in circostanze poco chiare proprio in Germania, Emma sa di essere l’unica in grado di scoprire la verità. Tra quelle antiche mura, Emma si scontrerà con l’austero professor Von Richt, custode di un antico segreto, e tenere a bada l’attrazione tra loro sarà quasi impossibile. Proprio nel cuore di quel monastero, tuttavia, si cela una maledizione che narra di un passato fatto di inganni, tradimenti e una vendetta bramata dal fantasma di un oscuro abate.

 

L’AUTRICE

Margherita Maria Messina. O semplicemente Meg. Classe 1989, è siciliana e nelle sue vene scorre il sangue della sua madre naturale, l’Etna. Laureata in Storia dell’Arte, è specializzata in Conservazione e Restauro dei beni archivistici e librari. Cura e gestisce un blog letterario da due anni, Il Libro sul Comò di Meg, dove promuove autori emergenti e piccole case editrici. Ama la storia, soprattutto l’epoca medioevale e l’Ottocento.

 ESTRATTI

 

1. Gli occhi cobalto incontrarono quelli pervinca, frenetici e luminosi, che però si nascosero nuovamente, per tornare a guardare il percorso innanzi a lei.

Doveva rivederli.

Di nuovo.

E ancora.

Una creatura umana non poteva possedere quegli occhi.

Spronò il cavallo e gli sembrò di avvicinarsi un po’ di più a quella figura che, sempre più esile, si mostrava ai suoi occhi.

Era lì, vicino a lei.

Tese il braccio, le urlò di fermarsi.

Ma poi la vista divenne offuscata, le palpebre si fecero pesanti.

E gelide tenebre lo avvolsero.

 

 

2. «Chi c’è?»

Le venne spontaneo chiederlo.

Che fosse qualche stupido scherzo? Era una zona isolata, magari qualcuno l’aveva seguita e… no.

Nessuno poteva fare scherzi del genere.

Si ritrovò a deglutire, mentre stringeva a sé la borsa come a proteggersi. Le luci alle pareti iniziarono a giocherellare, quasi vi fosse un repentino abbassamento e innalzamento di tensione.

Una strana nebbia, fitta e cupa, sembrava solcare il pavimento del corridoio, mentre quel rumore di catene si avvicinava sempre più e diveniva più vivido e assordante.

 Poi la vide: un’oscura figura in fondo al corridoio, incappucciata e completamente vestita di nero, che l’osservava.

«Chi è? Cosa vuole?»

Con lentezza, lo sconosciuto issò il braccio destro. Catene pesanti e logore cozzarono contro il lastricato del corridoio, provocandole un lancinante dolore alle tempie. Emma si accasciò sulle gambe, premendosi forte le mani sulla testa.

«Basta… basta! La smetta!»

Un lampo e poi grida, fiamme si palesarono dinanzi alle sue iridi.

 

 

3. Aveva perso il conto.

Quante frustate le avevano dato? Quaranta… sessanta… Non lo rammentava più.

Il pavimento gelido aveva accolto il tremendo dolore che aveva alla schiena, alle braccia, a tutto il corpo. La pelle era lacerata, marchiata e il respiro lento e difficoltoso mentre cercava di tenere gli occhi aperti. Il sonno la chiamava.

I capelli, sparsi fra schiena e pavimento, sfregavano sulle ferite, facendola gemere di dolore. Provò a muoversi, ma il corpo non rispose alla propria volontà. Era stanca, devastata dalle innumerevoli torture che Faustus le aveva inflitto, infangando il suo nome, quello del padre e dell’amato Hector.

I pensieri corsero all’abate: non gli aveva detto abbastanza quanto lo amasse e quanto gli era grata per quei giorni trascorsi insieme, per l’affetto che le aveva donato.

E ormai era troppo tardi.

Lui non c’era più. La loro vita insieme non c’era più.

Gli occhi si mossero deboli ad osservare la fede che portava ancora al dito. Almeno quella non le era stata tolta.

Il suo ciondolo, invece, era sparito nel nulla.

E questo aveva alimentato l’odio di Faustus nei suoi confronti.

Strega.

Puttana.

Meretrice.

Rifiuto.

Quanti altri insulti le aveva rivolto, mentre le venivano sferrati calci e pugni?

Perché non l’aveva ancora uccisa?

 

4. «Non sa quanto questo sia strano per me.»

Lo disse mentre con gli occhi tornava a osservare quelli di lei, luminosi e di un viola così acceso e bellissimo che avrebbe voluto tuffarcisi dentro.

Aveva voluto quella complicità, solo in quel momento lo capì.

La vide mordersi quelle labbra più rosee al centro, ma pallide ai bordi, che parevano quasi disegnate tanto erano perfette.

Labbra che lui desiderava baciare.

Con uno scatto, le catturò i capelli fra le dita della mano libera e l’attirò a sé, portandosi a meno di un millimetro di distanza dalla bocca di lei. Respirò al ritmo dei battiti del suo cuore, la sentì tremare e si lasciò catturare dal calore emanato dal suo corpo.  

«Temo che a questo non saprò porre rimedio.»

 

Schegge di vetro

Irene Catocci

 


 

TITOLO: Schegge di vetro

AUTORE: Irene Catocci

EDITORE: Words Edizioni

GENERE: Forbidden romance/Friends to love romance

FORMATO: Ebook (2,99 – 0,99 nel giorno d’uscita) - Cartaceo (15,90)

Pagine: 257

 

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Io spero ogni giorno di svegliarmi e di non amarti più,

ma ogni volta ti sento sempre più mia, sempre più vicina.

Non guariremo mai, Livia.

 

TRAMA

I segreti possono distruggere la vita. Lo sanno bene Livia e Anita, madre e figlia. La prima accompagnata da una intima sofferenza che si porta dietro dall’adolescenza, la seconda fragile e insicura, alla disperata ricerca dell’affetto che le è mancato per tutta la vita. Un equilibrio precario il loro, che crolla definitivamente quando, attraverso i diari di Livia, Anita scopre un segreto inconfessabile, tenuto nascosto per anni: non è la figlia legittima di quello che ha sempre creduto suo padre, ma frutto di un amore tossico come il più letale dei veleni. Due donne alle prese con i propri tormenti: Anita e l’amore per il suo migliore amico Nicola; Livia, succube di un sentimento deviato e con un cuore fragile come vetro, frantumato sotto il peso delle bugie. Un libro intenso, tra segreti inconfessabili e le inevitabili conseguenze a cui si va incontro quando la verità, scomoda, dannata e proibita, viene a galla.

 

L’AUTRICE

Irene Catocci vive in un paesino dal sapore medievale, nel cuore della maremma grossetana, con il marito, le loro due figlie e un cane con l’indole di un gatto. Ama la tranquillità, leggere, dipingere e praticare l’equitazione di campagna. Scrivere è, per lei, un modo per tirare fuori le innumerevoli personalità che le sussurrano all’orecchio: una necessità.

Ha pubblicato Il dono (seconda edizione, 2018), Killer. Amore e Morte (2018), J.Skull (2018), Cuore di Jagoda (2019), Quel mare profondo (2019), Doomed (2020). Schegge di vetro (edizione ampliata e riveduta di Filo Spinato) è il suo primo romanzo edito Words Edizioni.

 

ESTRATTI

 

1.Il ragazzo riflette un attimo, poi lo sguardo gli si illumina. «Bacia Enea» dice ridendo.

Spalanco la bocca. «Cosa?» Tra tutte le cose bizzarre che mi erano venute in mente, questa è l’unica a cui non ho pensato.

«Che sarà mai? Chiudi gli occhi e conta fino a tre» dice una ragazza accanto a Mirko, che non ho mai visto prima.

Non sento i suoi amici ridere, non sento niente, sono troppo agitata e sconvolta per prestare ascolto alle battute e agli schiamazzi.

«Questa me la pagherai, amico» dice Enea, dando una spallata a Mirko, che ride tenendosi la pancia con le braccia.

«Dai, sarà come baciare lo specchio» dice Thomas. 

«Quando toccherà a te, ti farò baciare il culo del tuo cane» ribatte mio fratello, alzandosi in piedi. Le risate dei suoi amici rimbombano nella stanza. La musica alta non riesce a surclassare il battito del mio cuore furioso.

Enea mi afferra per le braccia, che tengo lunghe sui fianchi, e mi dice: «È una cazzata colossale, Livia. Conta fino a tre e sarà tutto finito.»

Lo guardo con gli occhi sgranati, non muovo neppure un muscolo ma, nell’attimo esatto in cui Enea preme le labbra sulle mie, mi rilasso. E lo sento, sotto l’agitazione e l’imbarazzo del momento, sotto le orecchie che fischiano e il cuore accelerato, sotto il sapore dolciastro della Caipiroska alla fragola, sento il vento della brughiera sferzarmi il viso con delle raffiche poderose, che mi fanno sentire felice e triste nel medesimo istante.

Sto baciando mio fratello, e non provo orrore.

Sto baciando mio fratello, e mi sento scossa in dei posti mai sentiti prima.

Sto baciando mio fratello, e marcirò negli inferi per questo.


2.Lo studio era un posto sicuro. Anita si guardò attorno e lo percepì come roba sua, riconobbe ogni angolo: le pareti con le stampe dei suoi quadri preferiti presero corpo e anima di fronte a lei; Egon Schiele, con la sua visione contorta del corpo femminile, scheletrico e nevrastenico; l’immenso Vincent Van Gogh, con la follia che esplodeva in ogni pennellata inferta con rabbia come una ferita sulla tela vergine, e anche se i loro occhi non avevano la stessa alchimia cromatica, lei lo sentiva affine, i suoi quadri erano la ispirazione, rivincita.

Iniziò a tratteggiare la sagoma di una figura sulla tela intonsa, mise a tacere il cervello ed entrò in un mondo suo, fatto solo di colori e armonia.

Un viso prese forma, un ovale conosciuto e amato: il volto di sua madre.

Livia, la giovane vergine profanata da un amore clandestino e peccaminoso: la vide come doveva essere negli anni della gioventù, come doveva sembrare agli occhi di Enea, così bionda ed eterea. Era veramente una fata sua madre e, lo sarebbe ancora se la vita non l’avesse indurita, solcandole il viso in un’espressione di angoscia e rimpianto.

 

3. «Dobbiamo dimenticare, come se non fosse mai accaduto.»

Enea mi costringe a guardarlo, stringendomi il viso tra le mani. Mi osserva con lo sguardo perso e offuscato di lacrime, che piano gli rotolano lungo le guance. 

«Non succederà mai» singhiozzo disperata.

«Dobbiamo dimenticare, Livia. Se non vuoi farlo per me, almeno fallo per te stessa.»

Fingeremo agli occhi del mondo, fingeremo di non essere niente.

 

Sabbia Bianca

I Giganti del Calcio Storico #1

Pitti Duchamp



TITOLO: Sabbia Bianca (I Giganti del Calcio Storico #1)

AUTORE: Pitti Duchamp

EDITORE: Words Edizioni

GENERE: Romance Contemporaneo

FORMATO: Ebook (2,99 – 0,99 nel giorno d’uscita) - Cartaceo (15,90)


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Lei è un’anima fragile. Lui un gladiatore moderno disposto a tutto per averla.

Sullo sfondo Firenze. Vera, cruda. Meravigliosa.

TRAMA

La perfezione, ecco cosa pretende l’avvocato Leopoldo Carsini dalla vita. Quando conosce Olimpia,

quello a cui mira in ogni cosa che fa si concretizza nell’azzurro intenso dei suoi occhi. Lei ha tutte le carte

in regola per stargli accanto e lui la vuole, spinto da un desiderio razionale distante da ogni

sentimentalismo. Ma la complessità di Olimpia si svela a poco a poco, durante la ricerca di un fratello

sparito nel nulla, mentre riaffiorano dispiaceri e solitudine da un passato familiare sofferto. E così, il cuore

di Leo, impantanato nella sabbia di piazza Santa Croce, là dove le partite del calcio storico fiorentino

danno vita a leggendari scontri tra gladiatori moderni, comincia a battere più forte. Una storia d’amore e

di cambiamento con tre protagonisti: un avvocato dalla doppia faccia, una ragazza di buoni sentimenti e

una Firenze sospesa tra il presente e un passato attualissimo, vissuta, graffiata, leccata e amata.

L’AUTRICE

Nata nel 1981 sotto il segno del Leone a Firenze. Vive tutt’ora nella provincia di Firenze, sulle colline del

Mugello, con il marito rugbista, due bimbi indisciplinati e un cane anarchico. Appassionata di Burlesque

e collezionista di pezzi vintage di arredamento e moda cerca di coniugare i suoi interessi scrivendo e

leggendo romance storici. Se avesse del tempo libero adorerebbe trascorrerlo tra i rigattieri e i robivecchi

del centro di Firenze.

È amante della storia in particolare quella dell’Europa tra il 1500 ed il 1900, i quattrocento anni che hanno

creato la modernità per come la conosciamo oggi in termini di arte, pensiero filosofico e scientifico,

socialità. Apprezza nelle persone più di tutto la gentilezza, il garbo e la buona educazione, quel non so che

nel portamento che fa di una donna una dama e di un uomo un signore. In self ha pubblicato per la serie

D’amore e d’Italia: L’Arabesco, Lupo di primavera, La gran dama, Il pugnale e la perla nera, La fiamma del ghiaccio.

Ha partecipato alla raccolta Natale a Pemberly con uno scritto ispirato a Orgoglio e pregiudizio e alla raccolta

Cuori fra le righe con un racconto ambientato durante la Grande guerra. Per Dri Editore ha pubblicato

Frittelle al miele e altre dolcezze, il primo regency, e Stupefacente banalità, un romance contemporaneo. Con

Words Edizioni ha pubblicato il regency Il Farabutto e la Sgualdrina.

Sabbia Bianca è il primo volume autoconclusivo della tetralogia I Giganti del Calcio Storico.

ESTRATTI

Leo era attaccato a Firenze in un modo che solo i fiorentini possono comprendere. Era la sua parte

migliore Firenze, la sua identità e il suo cuore viola, l’unico motivo che scatenava in lui forsennati

batticuori. Era la luce abbagliante dei fuochi d’artificio di San Giovanni, le poltroncine scomode di legno

dell’ex cinema Odeon, era le forche a scuola per andare sul Forte Belvedere a pomiciare con la ragazzina

di turno. Firenze era il lampredotto di Nerbone al mercato di San Lorenzo, il Brindellone per Pasqua

trainato dai buoi bianchi con le corna appuntite, i Madonnari di Por Santa Maria e il mercato del

Porcellino, erano gli stornelli volgari di Marasco e gli scherzi cattivi di Amici miei. Firenze era l’Arno e la

sua forza devastante quando s’incazzava e portava via tutto, e i bomboloni di via del Corso che

scendevano dallo scivolo e finivano nello zucchero. Era la Fiorentina di Giancarlo Antognoni, Dunga,

Roberto Baggio, Rui Costa, Toldo, Gabriel Omar Batistuta, Luca Toni. Era la Curva Fiesole e la Ferrovia

ed era la Vecchia guardia, il club di tifosi di cui Leo faceva parte. Firenze era sotto la sua pelle e chi ne

parlava, bene o male, senza essere fiorentino, lo irritava. Chi non era fiorentino non aveva diritto di

parlare di Firenze, poteva solo adorarla.

“Senti, facciamo così, quando sarai a pezzi perché lui sarà stato più bastardo di tutti i bastardi,

ricordati di me, Olimpia.”

«Pensi al perché lei mi vuole conquistare. È solo perché le va di aggiungere un nuovo nome alla

lunghissima lista? O perché magari le sto resistendo ed è ferito nell’orgoglio. Perché?» domandò.

«Ha lasciato fuori il motivo più importante.»

Leo si alzò dalla sedia, aggressivo e seducente, e si avvicinò lentamente illuminato dalla luce di un

lampione, una tigre lenta e inesorabile che stava per azzannarla. All’improvviso la bocca le parve felpata,

la lingua gonfia e le labbra presero vita, protese verso di lui che si stava avvicinando.

«Qual è il motivo più importante?» gli chiese, con le mani grandi di Leo che scivolarono a scaldarle le

guance raggelate. Piegò la testa indietro per guardarlo in viso mentre le braccia, dotate di proprio potere

decisionale, entrarono dentro il giaccone aperto di lui alla ricerca del tepore della sua schiena contratta

per lo sforzo di non stringerla troppo. La lingua saettò fuori, incapace di aspettare ancora di essere

azzannata da quella del suo predatore, e prima che Olimpia la ritraesse l’avvocato se ne impadronì,

posando le labbra sulle sue. Calde, umide, esigenti. Lui sapeva di soddisfazione e appagamento, sapeva di

piaceri saziati e pace dopo l’orgasmo. Odorava di dopobarba e di maschio che sa fare l’amore in un modo

unico e speciale. Lo spessore ruvido delle sue mani scese sul collo e poi scivolò sulle spalle attraverso il

cappotto, sulle braccia e si infilò tra le maniche e l’addome cingendo d’assedio la vita, stringendola in una

morsa dolcissima.

«Ti desidero, voglio fare l’amore con te e poi ancora e ancora e non voglio staccarmi più» le mormorò

con i nasi che si sfioravano.

«Mi innamorerò di te e tu mi spezzerai il cuore. Ti stancherai, mi getterai via e io non sopporterò di

diventare solo un ingombro.»

Olimpia respirava sussurrandogli nella bocca, vicinissima a lui anche senza la costrizione delle sue mani

a trattenerle la testa.

«Non possiamo conoscere il futuro, nessuno può. Potresti essere tu a spezzarmi il cuore. Potresti essere

tu a gettarmi via» le bisbigliò parlandole con pazienza a un millimetro dal volto, inspirando l’essenza di

vaniglia e chissà cosa che sulle labbra di Olimpia si era mischiata al sapore amarognolo della birra.

«Baciami ancora.»


L’amore e tutti gli altri rimedi

Anita Sessa

 


  

TITOLO: L’amore e tutti gli altri rimedi

AUTORE: Anita Sessa

EDITORE: Words Edizioni

GENERE: Regency

FORMATO: Ebook (2,99 – in offerta a 0,99 nel giorno d’uscita)

 Cartaceo (13,90)

PAGINE: 183

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«Non ci sono molti rimedi per curare un’anima profondamente ferita.»

«L’amore. L’amore è un rimedio.»

 

Scozia, 1819

Rapita, umiliata e rovinata per sempre, lady Margareth Rutley si è rifugiata in Scozia chiudendo ogni possibilità all’amore. Non è dello stesso avviso Ezra Caddy, che si innamora di lei da subito. Nasce così un rapporto complicato, fatto di sguardi e incontri di anime che non osano sfiorarsi. E durante un viaggio in occasione della Stagione, prima a Edimburgo e poi a Londra, il loro rapporto diverrà più profondo. Le insidie, tuttavia, sono sempre dietro l’angolo e la tranquillità appena ritrovata di Margareth sarà di nuovo scossa. Solo che a combattere per lei, questa volta, ci sarà Ezra.

 

 L’AUTRICE

 

Anita Sessa ha 32 anni ed è di origini campane. Di professione giornalista, da qualche anno scrive per passione. Jordan+April è il suo primo romanzo. Inizialmente auto pubblicato su Amazon, ora pubblicato nella sua nuova versione targata Butterfly Edizioni. La stessa casa editrice ne ha pubblicato anche il seguito April. Ha all’attivo anche: You are my Superhero e Ricordati di me, entrambi disponibili sulla piattaforma Amazon in versione ebook e cartacea; il romance ad ambientazione storica La sposa inglese e il romance contemporaneo Parole, entrambi pubblicati con una casa editrice veneta. Da novembre 2019 è l’editore responsabile della casa editrice Words Edizioni.

 ESTRATTI

 

1.

«Oggi pomeriggio non eravate in biblioteca.»

La biblioteca.

Ecco un altro pezzo del piccolo rompicapo che erano Margareth e Ezra.

Ogni sabato pomeriggio Ezra Caddy si recava a Stormborn per parlare di affari con il Duca. Veniva regolarmente invitato a prendere il tè nel salottino della biblioteca e, altrettanto regolarmente, era solito accettare. Per i motivi più disparati, il Duca e la Duchessa finivano con il dileguarsi e Ezra e Margareth restavano da soli. A volte parlavano, altre semplicemente rimanevano in silenzio fino a quando a Mr Caddy sembrava che il tempo conveniente per poter stare solo in una stanza con una ragazza fosse inesorabilmente terminato. A quel punto si congedava e andava via, con il cuore in subbuglio e una crescente confusione nella testa.

 

2.

«Non posso rispondervi di sì.»

La voce sforzata, tremula, gli disse tutto ciò che doveva sapere. Margareth voleva dirgli di sì, a dispetto di quanto professavano le sue labbra.

«Non sapete neppure cosa voglia chiedervi.»

«Sappiamo entrambi cosa volete chiedermi.»

Diretta e sincera Margareth lo era sempre stata, ma dopo il rapimento quei tratti del suo carattere si erano maggiormente imposti, fino a diventare predominanti. Perché il dolore squarcia anche le anime più pure, le riduce a brandelli ed è impossibile ricucirle del tutto. E da quelle crepe, da quelle cuciture lente viene fuori qualcosa di simile a una persona. Viene fuori il poco che si può offrire al mondo. Nel migliore dei casi, come era successo per Margareth, diffidenza e solitudine profonda, con una buona dose di sincerità assoluta.

«Lady Margareth…»

«Ezra, vi prego. Non ditelo. Se me lo chiedete, se mi chiedete di diventare vostra moglie e io vi rifiuto, avrete sempre questo ricordo di me. Non voglio essere un ricordo negativo per voi. Non voglio sentire le parole che agogno da mesi e non potervi dire di sì.»

 

3.

Si voltò piano verso Mr Caddy, e quando lo guardò negli occhi lui capì che in quel momento le barriere tra loro erano state divelte. Sarebbero riemerse a breve, di questo ne era certo, ma in quell’attimo preciso, incastonato nel tempo, Margareth Rutley era sua tanto quanto lui apparteneva a lei.

«Qui, Ezra, c’è solo un’anima profondamente ferita.»

Era forse la prima volta che riusciva ad ammetterlo ad alta voce, ma non c’era nessun altro a cui avrebbe voluto dirlo.

«Troveremo un rimedio insieme» le sussurrò lui piano, avvicinandosi di qualche passo.

«Non ci sono molti rimedi per curare un’anima profondamente ferita.»

«L’amore. L’amore è un rimedio.»

 

 La Seconda Moglie

Juls Way

 

 


 

TITOLO: La seconda moglie

AUTORE: Juls Way

EDITORE: Words Edizioni

GENERE: Storico vittoriano

FORMATO: Ebook (2,99 – in offerta a 0,99 nel giorno d’uscita)

 Cartaceo (13,90)

PAGINE: 265

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«Allora ditemi, lady Montegue, come immaginate la donna del nuovo secolo?»

«Sarà libera.»

  

Londra, 1899

All’alba del nuovo secolo, lady Lavinia Roseland, figlia del Conte di Carvanon, è costretta a un matrimonio combinato con lord Edward Montegue. Un’unione nata male in partenza: lei ha una reputazione macchiata, un carattere terribile e una lingua ben affilata; lui, vedovo e con una carriera politica da portare avanti, la vorrebbe tenera e devota. Tuttavia, Edward non è immune al fascino di Lavinia che, con le sue mise maschili, si fa ambasciatrice di idee nuove e rivoluzionarie. Ad avvicinarli sarà la strana e improvvisa sparizione del padre di lei. Marito e moglie si ritroveranno così nella romantica Cornovaglia, ospiti di una tenuta ricca di misteri, per scoprire vecchi e nuovi intrighi della famiglia Carvanon.

 L’AUTRICE

 

Juls Way ha venticinque anni e vive a Bologna, dove frequenta la Scuola di Archivistica. Urbinate di nascita e di adozione, si è laureata in lettere moderne e in storia dell’arte. Cresciuta a libri, Guccini e Platone, è un’inguaribile romantica; ama il cinema, le serie tv (soprattutto i period drama), il sarcasmo e andare in giro per mostre e musei. Il suo sogno è di vivere a Parigi, in una mansarda arredata in stile anni Venti, con vista sul Quartiere Latino. Inventa storie da quando ne ha memoria, ma La seconda moglie è il suo primo romanzo.

 ESTRATTI

 

1.

‹‹Ah, dimenticavo!›› disse una volta sulla porta, mentre ormai sua moglie si stava sciogliendo il cappellino da viaggio. ‹‹La prossima settimana terremo una cena, così potrete dare prova delle vostre doti da padrona di casa.››

‹‹Fantastico, fremo all’idea›› borbottò sottovoce Lavinia, alzando gli occhi al cielo.

‹‹Magari evitiamo il sarcasmo con gli ospiti.››

‹‹Dipende, se verrà anche mia madre farò davvero fatica a trattenermi.››

 

2.

‹‹Vivere al di fuori delle regole della società non l’ha resa più libera, infatti. In un mondo che identifica nell’etichetta l’essenza di una persona, lei perde il diritto ad innamorarsi, ad essere felice. Siamo disposti ad accettare tutto benché si rimanga nei propri confini, tra i propri simili…›› mormorò flebilmente, appoggiando senza pensare la mano sulla gamba di lui. Solo lord Montegue percepì in modo strano questa vicinanza? Il tocco di Lavinia era delicato, quasi impalpabile, eppure, mentre continuava a tradurre per lui quei versi in italiano, vivido sulla sua pelle nonostante il tessuto. Mentre sul palco le vicende dei personaggi giungevano all’inevitabile epilogo, anche Edward sentì all’improvviso delle emozioni forti e difficili da controllare. Era come se avesse colto una sfumatura in quelle parole che le ricordavano Lavinia stessa. Strinse la mano di lei, che avvampò violentemente. La Traviata lo sconvolse in una maniera che non credeva possibile.

 

3.

‹‹Lavinia, credo che forse dovremmo smettere di evitarci.›› Edward cercò di cominciare dal principio, scoprendosi a sua volta molto nervoso. ‹‹Vi ho raggiunta qui a Brightworth Home perché, tra le altre cose, pensavo di corteggiarvi, con il vostro permesso, s’intende.››

‹‹Noi, però, siamo sposati.››

‹‹Sì, lo so.›› Non era proprio la risposta che si aspettava. ‹‹Dovete sempre essere così puntigliosa?››

 

 


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